L’idea nasce dalla prima emozione provata leggendo Vocali di Arthur Rimbaud.

Le sinestesie di immagini, colori ed emozioni mi hanno condotta a concentrarmi sul suono, e in particolare sul fonosimbolismo che attraversa la poesia.

Da qui è iniziata la mia ricerca di un modo per rappresentare visivamente il suono delle vocali. Un trattato — di cui ho riportato un estratto nella tavola di progettazione — descrive lo spazio occupato da ogni vocale all’interno della bocca durante la pronuncia. Da quelle geometrie ho tratto le forme che hanno dato vita al mio gioiello.

Desideravo che queste forme si intrecciassero in un disegno complesso, unite da una trama altrettanto articolata: un richiamo alla densità di alcuni versi, mentre gli spazi vuoti e la leggerezza dei merletti evocano le immagini più eteree della poesia.

Ho scelto di associare alle forme/vocali gli stessi colori indicati da Rimbaud, utilizzando smalti per metallo.

Durante le varie fasi del progetto ho vissuto emozioni simili a quelle suggerite dalla poesia: il buio, poi la luce, la rabbia, la quiete — e infine, una sensazione di circolarità.